Fra gli alimenti tipici della dieta mediterranea e delle tavole italiane in generale, l’olio extra vergine d’oliva (che per brevità indicheremo con la sigla EVO) è uno dei più rappresentativi. Del resto, se vivi in un paese, l’Italia, che da sola rappresenta ben il 42% della biodiversità di olivi di tutto il mondo, non poteva essere altrimenti. In Basilicata, ad esempio, la quasi totalità delle
ricette lucane prevede l’
olio EVO. Tutti noi, solo per il fatto di consumarlo quotidianamente, ci definiamo esperti di
olio EVO: ma sarà proprio così? Scopriamolo subito.
Cosa scegliere fra olio filtrato e non filtrato?
Se l’
olio EVO “comune” è per antonomasia quello filtrato, negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede l’utilizzo di quello non filtrato, che si riconosce per un colore molto più intenso e torbido, all’interno del quale è possibile perfino ancora trovare piccole particelle di olive. In un mondo che punta al biologico e al “km 0”, si pensa che l’olio non filtrato sia quello migliore perché direttamente proveniente dai frantoi, ma non è detto. La verità è che la qualità di un olio dipende dalla materia prima, quindi possiamo assolutamente affermare che ci sono oli filtrati, come
l’olio extravergine del Bradano (OGGI IN OFFERTA), di qualità nettamente superiore ai non filtrati e che la fanno da padrona nella cucina lucana.
Quando un olio si definisce vergine o extravergine
È il livello di acidità di un olio che stabilisce l’etichetta di vergine o extravergine: il primo non deve superare un’acidità totale del 2%, il secondo non deve andare oltre lo 0,8%. Tuttavia, l’olio EVO si fa preferire perché è l’unico, a norma di legge, che è obbligatorio assaggiare prima di essere classificato, quindi ha una maggior garanzia di qualità. Inoltre, grazie a quel gusto amarognolo e leggermente piccante, l’
olio EVO è perfetto per tutti i piatti tipici lucani (e non solo).
Cosa significa olio a bassa acidità?
Sempre a proposito di acidità, quello che non molti sanno è che più è bassa l’acidità di un olio, migliore è la sua qualità. Su alcuni prodotti, ad esempio, è riportato l’etichetta “a bassa acidità”: affinché tale dicitura risulti corretta, il livello di acidità dell’olio EVO deve essere al di sotto dello 0,3%.
L’olio EVO di prima spremitura è più buono?
Il titolo di questo paragrafo è volutamente fuorviante: la prima spremitura (così come la seconda), si faceva anni fa, quando il cibo lucano era condito da olio la cui pigiatura era fatta a mano. Oggi, con tutti i frantoi che ormai hanno la pressatura meccanica, quello della “prima spremitura” è rimasto solo un claim pubblicitario privo di qualsiasi fondamento.
Dove trovare un ottimo olio EVO?
L’offerta in termini di olio EVO è ampia qui in Italia, ma se vuoi essere sicuro di trovare un prodotto ancorato alle tradizioni lucane visita il sito di
Sudrise, dove è possibile trovare non solo del buonissimo
olio EVO, ma anche tanti
prodotti lucani che ti faranno venir voglia di visitare immediatamente quella fantastica terra che è la Basilicata.