A Carnevale il rafano lucano su tutto vale
Si avvicina il Carnevale e si avvicina il tempo della rafanata in Basilicata.
Del rafano, detto anche cren o barbaforte, si utilizzano in cucina le radici.
I lucani lo utilizzano ed apprezzano molto soprattutto nel periodo in cui si raccoglie fresco, cioè in autunno ed inverno, in diverse preparazioni culinarie: dalla tipica rafanata (frittata con salsiccia e rafano grattugiato) all’utilizzo come condimento al posto del formaggio o insieme a questo su un bel piatto di pasta al ragù (indicati i ferri elli). In entrambi i casi il rafano è utilizzato grattugiato, anche grossolanamente.
Alcuni chef lo utilizzano anche sul pesce arrostito o al forno.
Se ne fa anche una salsa (salsa di cren) da utilizzare quando ormai passa il tempo naturale per averlo fresco.
Sulle proprietà benefiche di questa radice diverse e autorevoli fonti ne decantano le qualità.
Povero di calorie è molto ricco di vitamina C (nota per aiutare sistema immunitario, formazione del collagene, riduzione della stanchezza, assorbimento del ferro). Ne contiene più dell’arancia e più del kiwi.
E’ anche:
- fonte di potassio (sistema nervoso, funzionalità muscolare, pressione sanguigna)
- fonte di fibre (regolazione del transito intestinale, sazietà)
Ed infine contiene:
- calcio
- magnesio
- antiossidanti
- glucosinolati (composti con proprietà antitumorali)
(Fonte: Louis Bonduelle Foundation)
Ultima chicca: sembrerebbe che, come testimoniato dal filosofo greco Demostene (quarto secolo prima di Cristo), sia anche un energico afrodisiaco.
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